Giovani e lavoro: cosa cercano, le insicurezze e i dubbi

Giovani e lavoro: cosa cercano, le insicurezze e i dubbi

Venerdì, 23 Giugno 2023 15:43

giovani lavoroI giovani non hanno più voglia di lavorare, vogliono una vita facile e non intendono impegnarsi quanto basta nelle attività che intraprendono. Questo è quello che pensano molte delle persone e delle aziende che cercano nuovi talenti da inserire all’interno della propria attività o azienda. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Anni fa, il lavoratore produceva valore per la società ed era ricompensato con un salario dignitoso e un sistema di welfare adeguato. Oggi, l’equilibrio tra questi fattori si è perso. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 35 anni è crollato e molti giovani perdono il lavoro o non lo hanno mai trovato. Le possibilità lavorative che si trovano non sono soddisfacenti abbastanza, la qualità è bassa e la precarietà è all’ordine del giorno. Siamo proprio certi, dunque, che i responsabili siano solo le nuove generazioni?

 

A cosa non vogliono rinunciare i giovani?

Tra i valori richiesti oggi dai giovani, c’è sicuramente la sostenibilità. Secondo una ricerca di GreenBiz, infatti, circa 2 giovani su 3 rinunciano a lavorare in quelle aziende che non fanno della sostenibilità un tema fondamentale. È la leva valoriale che attrae le nuove generazioni: le imprese che abbracciano i temi dell’inclusività, del rispetto delle diversità e dell’equità avranno modo di accogliere i giovani lavoratori più facilmente. Un altro valore fondamentale tra le nuove generazioni è la flessibilità. L’equilibrio tra vita privata e lavoro è diventato un aspetto talmente tanto importante da pesare molto nella scelta dell’attività da intraprendere. Mantenere un team unito e le relazioni tra colleghi ben salde è importante e la distanza dovuta ad un ipotetico smart working potrebbe far perdere questi elementi, ma non supportare il lavoro agile e la flessibilità significherebbe allontanare una buona parte di talenti e non solo. Tra i fattori che non possono mancare ci sono, inoltre, il percorso di crescita personale e professionale. I giovani chiedono formazione continua, per crescere e integrarsi nella nuova realtà. Insomma, per tenersi stretti i dipendenti e i giovani lavoratori, gli imprenditori si concentrano sul costruire un’offerta che si preoccupi del benessere del lavoratore e della sua crescita.

Le nuove generazioni al comando del cambiamento tecnologico

labirintoI giovani sono gli individui più adatti a rispondere al cambiamento e sono le persone su cui puntare per far sì che le continue trasformazioni tecnologiche portino benefici alle aziende e alla collettività. Tuttavia, è proprio questa generazione che sembra essere la più in difficoltà, sin dal percorso di studi. Molto spesso quando i neolaureati terminano i propri studi, non trovano un lavoro attinente al proprio percorso di laurea, di conseguenza, è portato ad accontentarsi di tutt’altre attività, pur di sostenersi. Nel migliore dei casi, trovano un tirocinio fine a sé stesso che li impegna per mesi senza portar loro nient’altro che dispendio di tempo ed energie. Ciò che prima veniva definita “gavetta”, oggi viene utilizzata come giustificazione per puntare il dito contro le nuove generazioni, accusandole di essere svogliate e pigre. Molti, tuttavia, non si rendono conto, o forse sì, che le opportunità di lavoro e la qualità di quest’ultimo non sono comparabili alla “gavetta” di una volta.

Le ragazze ed i ragazzi che cercano lavoro sono costretti a sottostare a situazioni tutt’altro che favorevoli alla loro crescita professionale e personale pur di “cominciare da qualche parte”, spesso intraprendendo strade non coerenti col proprio corso di studio. Questa problematica, secondo i dati ISTAT, riguarda soprattutto i ragazzi e le ragazze che possiedono una laurea triennale che prediligono, lavori “manuali” in quanto quelli “creativi” non permettono una stabilità economica. Infatti, una delle preoccupazioni più grandi è quella del disallineamento tra la propria formazione universitaria e le competenze richieste nei luoghi di lavoro. Inoltre, l’impossibilità di raggiungere un’indipendenza economica rimane uno dei timori più forti delle nuove generazioni. La speranza, tuttavia, non bisogna perderla. Le nuove generazioni, a differenza delle precedenti, si distinguono per flessibilità, adattabilità e resilienza. Tratti che permettono di affrontare a testa alta questo mondo tutt’altro che equilibrato ed in continua trasformazione 

Dati che non possiamo ignorare

idee molto confuseAlcuni dati dell’indagine sui Servizi di orientamento svolta dall’istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (INAPP) sottolineano come il 57,3% dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni non ha alcuna idea sul lavoro che svolgerà nel futuro o sulle competenze professionali che vorrà sviluppare. “Questo impone una riflessione e una rivisitazione dell’intero sistema dei servizi di orientamento in sinergia col sistema dell’istruzione e della formazione professionale. Anche perché, nella maggior parte dei casi, si tratta di maggiorenni. Esiste un bisogno inespresso di orientamento che deve essere intercettato e soddisfatto attraverso un accompagnamento che faciliti i complicati passaggi dei giovani nelle varie tappe del loro percorso, sia esso formativo che professionale” - ha dichiarato il professor Sebastiano Fadda, presidente dell’INAPP. A tal proposito, il 38,1% degli intervistati dichiara di non aver mai fruito di alcun servizio di orientamento. I motivi? l’errato pensiero di non averne bisogno ed un 13% che ne ignora completamente l’esistenza. Il 19,5% dei giovani che chiede una consulenza all’orientamento, in grado di aiutarli a definire i propri obiettivi lavorativi e formativi, fa emergere ancor di più la confusione e l’incertezza che le nuove generazioni hanno sul proprio futuro

Il valore che i giovani danno al lavoro

I risultati dell’indagine mostrano come le nuove generazioni percepiscono sempre di più il lavoro come uno strumento di guadagno, mettendo al centro la qualità della propria vita. I giovani cercano delle opportunità per realizzare sé stessi dal punto di vista umano e professionale, facendo coesistere la vita lavorativa con quella privata. “I giovani avrebbero bisogno di essere accompagnati e sostenuti nella costruzione e nella realizzazione del loro progetto di vita – ha proseguito Sebastiano Fadda – ma spesso i servizi si limitano a intervenire solo nei momenti della scelta dell’indirizzo di istruzione o al supporto nella ricerca di lavoro”. Le nuove generazioni difendono la propria dignità, la propria remunerazione, la tanto ricercata e meritata stabilità. 

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