A partire dal 2024, le aziende quotate saranno tenute a presentare un Bilancio di sostenibilità, ad eccezione delle imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato inferiore a 2 milioni di euro. Per le piccole e medie imprese, l'obbligo entrerà in vigore il 1° gennaio 2026, mentre le grandi aziende con oltre 250 dipendenti, un bilancio superiore a 43 milioni di euro e un fatturato sopra ai 50 milioni di euro dovranno adeguarsi a partire dal 2024, basandosi sui dati del 2023.
Ma cos’è, effettivamente, il bilancio di sostenibilità?
Il BdS rappresenta una documentazione non finanziaria utilizzata dalle imprese per evidenziare il loro impegno nel campo della sostenibilità e i conseguenti risultati, mediante un apposito rapporto. Attualmente, alcune aziende sono obbligate a compilarlo, il che lo rende un requisito relativamente limitato. Tuttavia, si prevede che in futuro questa obbligazione sarà estesa a un pubblico più vasto.
La sostenibilità non si limita all'ambiente, ma è in crescita la consapevolezza tra aziende, governo, amministrazioni pubbliche e l'opinione pubblica riguardo alla necessità di abbracciare un approccio integrato e attuare azioni concrete per affrontare un profondo cambiamento socio-economico e le molteplici sfide, sia di natura ambientale che istituzionale.
È per questo che parliamo di Agenda 2023, poiché necessita di un forte coinvolgimento delle imprese private sino al settore pubblico ed altro ancora.
Tutti i Paesi sono tenuti a adottare un impegno nella definizione di una strategia di sviluppo sostenibile personalizzata, con l'obiettivo di raggiungere gli specifici traguardi stabiliti. Questo processo richiede che vengano comunicati i risultati ottenuti attraverso una procedura coordinata sotto l'egida delle Nazioni Unite.
Ognuno di questi Paesi è soggetto a una valutazione annuale nell'ambito dell'ONU tramite l'attività dell'High-level Political Forum (HLPF). Questo forum ha il compito di esaminare i progressi compiuti, i risultati ottenuti e le sfide affrontate da ciascun Paese. Inoltre, le opinioni pubbliche nazionali e internazionali sono coinvolte in questo processo di valutazione.
Un dibattito sull'attuazione dell'Agenda 2030 si tiene anche in sede di Assemblea Generale delle Nazioni Unite ogni quattro anni, con la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo. La prima verifica di questo genere è stata condotta nel settembre 2019.
L’Agenda ONU 2030 in Italia
In Italia, è stata istituita la Cabina di Regia "Benessere Italia," un organo direttamente collegato alla Presidenza del Consiglio con il compito di “coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i Ministeri nell'ottica del benessere dei cittadini”. Le cinque macroaree su cui si basano le linee guida programmatiche sono la rigenerazione equo-sostenibile dei territori, la promozione della mobilità e della coesione territoriale, la transizione energetica, il miglioramento della qualità della vita e la promozione dell'economia circolare.
A livello nazionale, lo strumento di coordinamento dell’attuazione dell’Agenda ONU2030 è rappresentato dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), approvata dal CIPE con Delibera n. 108/2017.
Il piano costituisce un avanzamento rispetto alla precedente "Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia 2002-2010", in quanto non solo ne aggiorna il contenuto, ma integra gli obiettivi delineati nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La sua struttura comprende cinque aree d'intervento, che corrispondono alle "5P" del concetto di sviluppo sostenibile proposto dall'Agenda 2030.
- Persone: contrastare povertà ed esclusione sociale e promuovere salute e benessere per garantire le condizioni per lo sviluppo del capitale umano;
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Pianeta: garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali, contrastando la perdita di biodiversità e tutelando i beni ambientali e colturali;
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Prosperità: affermare modelli sostenibili di produzione e consumo, garantendo occupazione e formazione di qualità;
- Partnership: intervenire nelle varie aree in maniera integrata.
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Pace: promuovere una società non violenta ed inclusiva, senza forme di discriminazione. Contrastare l’illegalità
Un elemento di novità nell'Agenda 2030 è il suo focus sul problema delle disuguaglianze. La Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile adotta un approccio multidimensionale che mira a superare le disuguaglianze economiche, ambientali e sociali, al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile equilibrato ed inclusivo.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo sono un proseguimento dei risultati ottenuti con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, noti anche come Millennium Development Goals. Essi rappresentano mete condivise relative a una serie di questioni fondamentali per il progresso tra cui, per esempio, la lotta contro la povertà, contro la fame e la mitigazione del cambiamento climatico.