Coronavirus e sicurezza sul lavoro. Nasce un Protocollo condiviso

Coronavirus e sicurezza sul lavoro. Nasce un Protocollo condiviso

Martedì, 07 Aprile 2020 16:14

 

LA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

In tempi rapidi e in piena concertazione, le parti sociali coinvolte hanno sottoscritto un Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. È del 14 marzo 2020, non ha valore normativo ma detta linee guida uniformi. Il Protocollo è nato dall’esigenza di contemperare il diritto alla salute e la sicurezza sul lavoro con la libertà di iniziativa economica.

Sì perché se cresce la percentuale delle aziende che ricorrono al c.d. “lavoro agile” o “smart working” per via semplificata, potendolo attivare senza accordo e con informativa resa disponibile dall’INAIL, per una parte di esse l’attività non è cessata. Ed è qui che le misure si sono fatte stringenti, con valutazione dei rischi “in corsa” affinché vengano forniti idonei dispositivi di prevenzione e protezione dei lavoratori.

coronavirusLa procedura è complicata e l’imprenditore deve dimostrarla; investe tutti i cicli produttivi aziendali, ma il welfare dev’essere frutto di politiche lungimiranti, specialmente ora. Per garantire la sicurezza sul lavoro ai tempi del coronavirus, bisogna valutare i rischi endogeni ed esogeni, sanificare, rinforzare i dispositivi di protezione individuale in ambiente di lavoro: tutto ciò è l’humus culturale da cui trae linfa, il welfare.

La carenza normativa fino al momento della crisi da pandemia viene, così, sanata da un processo normativo di decreti e ordinanze. Spartiacque il Decreto “Cura Italia” del 25 marzo, a partire dal quale si è provveduto al recupero della carenza.

Parte di questo sforzo di recupero, il Protocollo è tutto teso ad evitare il blocco dell’operatività delle imprese, con le necessarie indicazioni atte a garantire la sicurezza sul lavoro e contrastare l'emergenza coronavirus.

Coronavirus e sicurezza sul lavoro: gli spazi in azienda, tra predisposizioni e riorganizzazioni

In ottemperanza alle disposizioni di cui al D.P.C.M. dell’11 marzo 2020, il Protocollo richiede all’azienda la predisposizione di spazi nuovi o la diversa destinazione di spazi già esistenti.

L’emergenza coronavirus impone, oggi e in termini di sicurezza sul lavoro, all’azienda di predisporre o individuare uno spazio destinato al momentaneo isolamento del personale che all’ingresso presenti una temperatura superiore a 37,5° (la misurazione del valore resta facoltativa e deve rispettare la normativa Privacy), che sviluppi sintomi successivamente all’entrata o che sia entrato in contatto con questi (i sintomatici non accederanno all’infermeria di sede).

È necessario individuare un percorso predefinito per l’accesso di fornitori/trasportatori o altro personale esterno, e a servizi igienici dedicati, dato il divieto di utilizzo di quelli del personale dipendente. Una porta di entrata e una di uscita dedicate, ove possibile, dovranno permettere ai dipendenti di utilizzare senza rischi le zone comuni (ingressi, spogliatoi, sala mensa).

Le norme del Protocollo si estendono alle aziende in appalto, che possono organizzare sedi e cantieri permanenti e provvisori all’interno dei siti e delle aree produttive.

coronavirus mascherina sicurezza sul lavoroIn tema di coronavirus e sicurezza sul lavoro, ovvia preoccupazione destano gli spazi comuni esistenti. In tal senso, sarà necessaria una precisa riorganizzazione per garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro (se non possibile, occorre fornire mascherine e altri dispositivi di protezione come guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie) ed evitare quanto si può il contatto interpersonale.

Vanno limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti.

Alla misura drastica della chiusura dei reparti diversi dalla produzione e di quelli in cui si può ricorrere al lavoro a distanza, si affianca la rimodulazione dei livelli produttivi, stabilendo un piano di turnazione per la produzione e cercando di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili, per risalire ai contatti con il personale che presenterà sintomi.

L’accesso agli spazi comuni (mense, aree fumatori e spogliatoi) dovrà essere contingentato, con orari di ingresso/uscita scaglionati.

Neppure i visitatori esterni come imprese di pulizie, manutenzione ecc… sfuggiranno alle regole emergenziali dell’azienda in tema di sicurezza sul lavoro.

Molto ancora nel Protocollo, utile guida che in tempi normali, non più di emergenza, può fare la differenza nell’ideazione di un assetto normativo più completo e concretamente più efficace.

 


 

Si ringrazia Logo Deleganoi per la stesura dell'articolo

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