C’è sempre stato un legame molto profondo tra ambiente lavorativo e salute mentale, un legame che va ovviamente al di là dei meme e dei video divertenti che impazzano sui social.
C’è sempre stato un legame molto profondo tra ambiente lavorativo e salute mentale, un legame che va ovviamente al di là dei meme e dei video divertenti che impazzano sui social.
Il benessere psicologico è fondamentale per il funzionamento ottimale di una persona anche nel contesto lavorativo. Un dipendente in buone condizioni psicologiche è più produttivo e performante. Le aziende hanno quindi un interesse sia etico che pratico a preservare il benessere psicologico dei loro dipendenti.
Ma andiamo per gradi.
Innanzitutto, cosa si intende per benessere psicologico? Quando si parla di salute mentale e benessere psicologico ci riferiamo all'armonia tra emozioni, pensieri e comportamenti.
L’OMS lo definisce come la condizione in cui “l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.
Ma andiamo un po’ nel dettaglio di questa tematica particolarmente attuale.
Viviamo in un'epoca di "policrisi": situazioni strettamente personali e contingenti, pandemia, guerre, inflazione e cambiamenti climatici alimentano l'incertezza e il malessere psicologico, particolarmente tra Millennials e GenZ. Le organizzazioni devono normalizzare il benessere psicologico, con i giovani che mostrano maggiore propensione a seguire programmi in tal senso. Il tasso di utilizzo dei servizi di supporto psicologico tra gli under 34 è del 30%, significativamente superiore alla media dell'8%. È evidente che le aziende devono investire non solo in risorse tecniche e professionali, ma anche nella creazione di un ambiente di lavoro sano e inclusivo.
Fondamentale è il ruolo della leadership. Secondo il The Workforce Institute, il 69% dei lavoratori ritiene che il capo abbia un impatto sulla loro salute psicologica paragonabile a quello di un partner. Per questo motivo, è cruciale che la leadership sia orientata al benessere psicologico: leader consapevoli e formati possono fare la differenza nel promuovere una cultura del benessere.
Le linee guida dell'OMS suggeriscono prevenzione dei rischi psicosociali, promozione della salute e supporto inclusivo come pilastri fondamentali. L’OMS evidenzia anche 6 aree di intervento prioritarie per creare un ambiente lavorativo inclusivo e psicologicamente sicuro, con particolare enfasi sulla formazione manageriale per riconoscere e affrontare i fattori di criticità. Inoltre, vengono proposte azioni specifiche per settori con alto rischio di eventi traumatici e programmi di supporto per lavoratori che rientrano dopo un'assenza prolungata.
Proviamo a suggerire una serie di best practice e iniziative per le aziende e i lavoratori per promuovere il benessere psicologico:
La pandemia ha ridotto lo stigma sul benessere psicologico, favorendo una maggiore apertura al dialogo su questi temi. Tuttavia, permangono tabù culturali, remore e preconcetti che richiedono tempo per essere superati.
Ad esempio, molti dipendenti temono di essere giudicati negativamente o di essere visti come deboli se ammettono di avere difficoltà in termini psicologici e temono che questo possa influire negativamente sulla carriera. Oppure in alcune aziende tossiche c’è una cultura del silenzio o un’eccessiva enfasi sulla produttività che minano il benessere psicologico sul lavoro.
Per non parlare del fatto che i media e la cultura popolare spesso raffigurano le persone con problemi di salute mentale in modo negativo o stigmatizzante, rinforzando i pregiudizi. In molte culture - ma anche sulla nostra che è sempre più egocentrica o fortemente incentrata su stereotipi, sull’immagine di sé e sull’apparenza - esprimere emozioni “negative” è visto come inappropriato o come segno di instabilità/debolezza, andando a creare una società in cui le persone sono riluttanti a parlare apertamente dei loro sentimenti, e spesso anche a riconoscerli.
Nelle aziende, le politiche ESG stanno contribuendo a promuovere la sostenibilità sociale, non solo tramite alcune iniziative come quelle sopra elencate, ma anche con l'introduzione di figure come ad esempio il wellbeing manager, che si occupa di migliorare il benessere fisico e psicologico dei dipendenti.
Il benessere psicologico e organizzativo è quindi una priorità per molte aziende, (anche PMI) che stanno integrando elementi come motivazione, senso di appartenenza, fiducia e ascolto attivo dei bisogni dei dipendenti nella loro cultura aziendale. Solo così sarà possibile migliorare il benessere complessivo e la coesione del team, trasformando il lavoro in un'opportunità di crescita personale e professionale.