Sicurezza sul lavoro: a che punto siamo?

Sicurezza sul lavoro: a che punto siamo?

Martedì, 18 Luglio 2017 14:54

 

MALATTIE PROFESSIONALI E INFORTUNI IN AUMENTO

In Italia, le disposizioni in termini di Sicurezza sul Lavoro, sono recepite all’interno del Dlgs 81/08, il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro. Nonostante ci sia una crescente attenzione da parte di media e (apparentemente) delle imprese nei confronti della materia, i dati pubblicati dall’INAIL rivelano un incremento di denunce sia di infortuni sul lavoro che di malattie professionali.

sicurezza sul lavoroGli infortuni denunciati sono stati 641.345 contro i 637.144 del 2015. Di questi 1104 mortali (contro i 1286 dell’anno precedente).

Per quanto riguarda le malattie professionali, sono stati segnalati 60.260 casi contro i 58.918 del 2015. Un trend, quello delle malattie professionali, in crescita esponenziale nonostante le campagne e gli anni trascorsi nel tentativo di diminuire il fenomeno (dal 2012 c’è stato un incremento di oltre il 30%).

Si può notare, che nonostante il trend degli infortuni e delle malattie professionali sia in crescita, il dato che riguarda le cosiddette “morti bianche” sia in calo. Ma la statistica non riporta i dati che riguardano ben 3 milioni di lavoratori: quelli in nero. Alcune fonti sostengono che, calcolando i non iscritti all’INAIL e i lavoratori in nero, i morti nel 2016 sarebbero 1400… numeri comunque contestati dall’INAIL.

C’è da aggiungere, inoltre, che molte categorie professionali sono iscritti ad altri istituti assicurativi, sfuggendo a questa statistica: polizia e forze armate, vigili del fuoco, liberi professionisti, personale di volo…

Come spiegare la crescita inesorabile delle denunce per malattie professionali e l’aumento del 2016 degli infortuni sul lavoro (dopo un decennio di lento ma costante calo)? Difficile dare risposte certe, ma è fondamentale concentrarsi sulla formazione (a partire dalle scuole) e sulla prevenzione.

 

PREVENZIONE PRIMA DI TUTTO

Quello della prevenzione, è un concetto che è stato sottovalutato a lungo e rivalutato solo nel 1994 col Dlgs 626 e col successivo Dlgs 81/08 (in particolare gli articoli 31-35). In ambito europeo la normativa di riferimento è la direttiva CE 89/391 (articolo 13).

La prevenzione è la base propedeutica su cui fondare l’intero impianto di sicurezza sul lavoro, in modo da anticipare il pericolo e ridurre i rischi. Ruolo importantissimo in ambito preventivo lo svolge la formazione del personale. È bene ricordare, infatti, che datore di lavoro e dirigenti hanno l’obbligo di:

  • formazione: nei confronti del personale, in modo da trasferire conoscenze e procedure in tema di sicurezza sul luogo di lavoro, al fine di sviluppare competenze utili per l’identificazione, la riduzione e la gestione dei rischi;

  • informazione: tutte quelle attività comunicative utili all’individuazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro;

  • addestramento: tutte quelle attività che hanno lo scopo di fare apprendere ai lavoratori l’uso di attrezzature di protezione anche individuale, e le procedure per affrontare un pericolo sul luogo di lavoro.

cave sicurezza lavoroUn buon esempio arriva dall'impegno trasversale di ente pubblico e società private nel cosiddetto "Piano Speciale Cave" varato in Toscana un anno fa (luglio 2016). Secondo il monitoraggio regionale, nonostante ci sia stata una diminuzione degli infortuni in cava (-65% negli ultimi 10 anni), quelli mortali erano invece aumentati.

Il 17 luglio 2017, è partita la campagna comunicativa dal titolo “Più si condivide, meno si rischia” che mette al centro i lavoratori delle cave di marmo delle Alpi Apuane (ma che prossimamente coinvolgerà anche porti, a settembre, oltre che edilizia e agricoltura, nel 2018) con lo scopo di informare e educare. Come specificato dagli enti promotori, è fondamentale che istituzioni ed enti privati collaborino per "informare e formare" sul tema della sicurezza sul lavoro.

 

 SICUREZZA SUL LAVORO: NON SOLO OBBLIGO LEGISLATIVO, MA DOVERE MORALE

Gestire la sicurezza sul lavoro è un obbligo sancito dalla legge e, se non viene rispettato, può portare a pesanti conseguenze.

Ad esempio, come specificato dal Testo Unico, in caso di mancata valutazione dei rischi e adozione del relativo documento, per il datore di lavoro/dirigente è prevista l’arresto da 4 a 8 mesi o l’ammenda da 5000 a 15.000 euro… la mancata redazione del DVR comporta un’ammenda dai 3000 ai 9000 euro… la mancata informazione ai lavoratori dei rischi correlati, sulle procedure di emergenza e sulle misure di prevenzione, è prevista un’ammenda dagli 800 ai 3000 euro o l’arresto da 2 a 4 mesi. Sono previste disposizioni anche per i lavoratori: ad esempio per l’inosservanza delle disposizioni, un uso non corretto delle attrezzature, il rifiuto a non sottoporsi ai controlli sanitari o alle attività di formazione in ambito di sicurezza, è previsto l’arresto fino ad un mese o l’ammenda da 200 a 600 euro.

sicurezza lavoroAdottare le giuste misure di sicurezza, quindi, serve anche a non incappare in queste pesanti sanzioni (per alcuni reati, se reiterati, è prevista la sospensione dell’attività imprenditoriale e, in molti casi, si prevede anche la responsabilità penale).

Dal punto di vista economico, adeguate misure di sicurezza, permettono di ridurre ad esempio i giorni di malattia tra i lavoratori, riducendone il “danno economico”. Per le aziende che adottano un piano di miglioramento delle condizioni igieniche e di sicurezza sui luoghi di lavoro, l’INAIL può applicare una riduzione tra il 7% e il 30% sulla tariffa, a seconda delle dimensioni dell’azienda. Inoltre, il monitoraggio della sicurezza negli ambienti di lavoro, significa monitorare l’azienda stessa, valutare l’organizzazione interna e l’ottimizzazione dei processi.

Last but not least, la sicurezza sul lavoro è un dovere morale. Significa proteggere i lavoratori da infortuni e malattie (anche molto gravi)… significa prendersi cura delle persone.

La sicurezza sul lavoro deve intendersi, insomma, come le leggi non scritte e incrollabilidi Antigone, nell’omonima tragedia di Sofocle.

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