Smart working e privacy: il Garante della Privacy tutela i dipendenti

Smart working e privacy: il Garante della Privacy tutela i dipendenti

Mercoledì, 09 Luglio 2025 15:12

smartworking lavoro casaA maggio 2025 il Garante della Privacy ha chiarito che geolocalizzare i dipendenti in smartworking è illegale, punendo un ente pubblico con 50.000 € di multa.

Secondo quanto riportato da HR News (qui l’articolo completo), l’ente aveva chiesto a circa 100 dipendenti in smart working di:

  • attivare la geolocalizzazione su PC o smartphone;
  • timbrare l’inizio e fine giornata tramite app;
  • inviare una mail con la propria posizione.

Le verifiche successive, a campione, servivano a controllare se gli smart worker fossero effettivamente nelle sedi previste. In caso di discostamento, l’ente avviava sanzioni disciplinari.

 

Perché è vietato?

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Mancanza di base giuridica adeguata.

Il GDPR e il Codice della Privacy richiedono una base normativa solida e trasparente. In questo caso, l’informativa non era sufficiente e il consenso non era valido in un rapporto di lavoro, per lo sbilanciamento tra datore e dipendente.

Violazione dello Statuto dei lavoratori

Lo smartworking non può essere sorvegliato da strumenti tecnologici che riducono la libertà e dignità del dipendente.

Trattamento non proporzionato e invasivo

La geolocalizzazione continua incide sulla vita privata, senza giustificazioni legate a esigenze organizzative, produttive o di sicurezza.

Questa sentenza apre una riflessione più ampia sul vero significato dello smartworking: non è solo un cambio di luogo, ma un cambio di mentalità. Serve una cultura basata su fiducia, responsabilità e trasparenza, dove i controlli non sono punitivi, ma finalizzati a supportare le performance, tutelare i dati e semplificare la vita lavorativa.

Proprio in quest’ottica, Zucchetti offre soluzioni perfettamente allineate con il rispetto delle normative e con le esigenze moderne delle aziende.

Come gestire lo smartworking in azienda?

smartworking connessioniLa risposta non è nel controllo. Non serve sapere dove si trova una persona, ma se è allineata ai suoi obiettivi, se partecipa ai processi, se è in grado di lavorare in modo fluido, anche a distanza.

E qui la tecnologia può fare la differenza.

Soluzioni come ZScheduling consentono di pianificare turni con logiche flessibili, ideali anche per il lavoro da remoto. Nessuna geolocalizzazione, solo visione chiara disponibilità, utile alle aziende che hanno esigenze di turni.

Con il modulo Presenze, è possibile rilevare l’attività in modo preciso ma non invasivo, gestendo orari, assenze e anomalie nel rispetto delle normative. Le persone “timbrano” anche da casa ma guidati da fiducia reciproca e trasparenza.

Strumenti come Timesheet aiutano invece a monitorare le ore spese per un’attività o un cliente: il focus non è su dove sei, ma su cosa stai contribuendo a costruire, sul carico di lavoro. Perfetto per le realtà che lavorano su commessa o per team distribuiti.

Infine, grazie a soluzioni come il Portale HR, tutta la comunicazione aziendale, documenti, policy, aggiornamenti, viene centralizzata, pubblicata e tracciata in modo sicuro e conforme. La gestione dei documenti personali e delle informative non richiede e-mail o app esterne: tutto avviene in modo integrato e fluido.

Il messaggio del Garante è chiaro: non si può governare il lavoro agile con strumenti rigidi e controlli invasivi. Lo smartworking non è una concessione, ma un nuovo modo di lavorare che richiede organizzazione, responsabilità condivisa e strumenti all’altezza. Chi sceglie di adottarlo deve farlo nel rispetto delle persone, delle norme e dell’equilibrio tra libertà e risultato.Se vuoi approfondire una di queste soluzioni e rendere la tua azienda ancora più smart, contattaci. Per crescere abbiamo bisogno che la tecnologia diventi una nostra alleata.

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